martedì 28 ottobre 2008

giovedì 16 ottobre 2008

Ancora Poesie

Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell'erba,

lascian camminando due ombre che s'unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.

Di tutte le verità scelsero il giorno:

non s'uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E' la felicità una torre trasparente.

L'aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,

hanno diritto a tutti i garofani.

Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l'eternità della natura.
Pablo Neruda

giovedì 9 ottobre 2008

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l' aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d' improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d' aver visto

la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della
vita.

Amore mio, nell' ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d' improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani

come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera,
amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo
Neruda

lunedì 6 ottobre 2008

"Se tu mi dimenticassi"


Voglio che tu sappia una cosa.

Tu sai com'è questa cosa:


se guardo la luna di Cristallo,

il ramo rosso del lento autunno alla mia

finestra,

se tocco vicino al fuoco l'impalpabile

cenereo il rugoso corpo della legna

tutto mi conduce a te,

come se ciò che esiste,

aromi, luce, metalli,

fossero piccole navi

che vanno verso le tue isole

che m'attendono.

Orbene,

se a poco a poco cessi d'amarmi

cesserò d’amarti a poco a poco.

Se d'improvviso mi dimentichi,

non cercarmi,

chè già ti avrò dimenticata.

Se consideri lungo e pazzo il vento di

bandiere che passa per la mia vita e

ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in

cui ho le radici,

pensa

che in quel giorno,

in quell’ ora

leverò in alto le braccia

e le mie radici usciranno a cercare altra terra.

Ma se ogni giorno,ogni sera

senti che a me sei destinata

con dolcezza implacabile

se ogni giorno

sale alle tue labbra un fiore a cercarmi

ahi, amore mio, ahi mia,

in me tutto quel fuoco si ripete,

in me nulla si spegne né dimentica

il mio amore

si nutre del tuo amore, amata,

e finché tu vivrai starà

tra le tue braccia senza uscire dalle mie.

Pablo Neruda


giovedì 2 ottobre 2008

Lentamente...

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda